Uno scatto veloce, dopo una giornata uggiosa, nel breve lasso di tempo tra il cielo che inizia a rasserenarsi e il calare dell’oscurità. Trattasi di quel momento di imbrunire, prima del tramonto, quando i colori iniziano a cambiare e tutta l’ambiente assume toni rosati, caldi prima dell’accendersi completamente con quei colori infuocati tipici proprio del tramonto.
Dalla strada verso l’alpe di Catenaia guardando verso Arezzo si può ammirare questo scorcio che mostra quasi completamente un ambiente non edificato salvo qualche piccola eccezione, paesaggio che in alcune condizioni, come al tramonto, non manca di mostrare qualche spettacolo o immagine emozionante.
Inondazione Parco Lambro, breve resoconto fotografico.
Propongo una serie di scatti, volutamente delle istantanee per trasmettere il più possibile il sentimento dello scampato pericolo (inondazione Parco Lambro).
Volutamente la galleria carica in ordine casuale ogni volta perché vuole essere solamente una galleria e non un reportage.
E’ impressionante vedere quanto velocemente un fiume può modificare il suo comportamento abituale e invadere spazi che normalmente vengono considerati sicuri.
Queste emergenze sono sempre più frequenti e c’è da domandarsi quanto l’uomo sia responsabile e quanto sia un normale evolversi del clima.
In quasi 10 anni a Milano, per la prima volta vedo il Lambro minaccioso nel Quartiere Feltre tanto da invadere la strada sotto la tangenziale, prima della rotonda del cimitero di Lambrate.
Dopo il giro nel parco restituito dal fiume all’uso comune la sensazione è di scampato pericolo.
In fondo il fiume ha fatto pochi danni, tutto sommato non scorre poi così veloce e fortunatamente il piano regolatore non ha mai permesso troppe costruzioni così a ridosso del fiume.
Fortunatamente le previsioni si sono rilevate corrette come indicato qui.
Se qualcuno volesse usare queste foto deve solamente chiedere, comunicarmi dove verranno pubblicate, a patto che venga citato questo spazio e non vengano rimossi i miei marchi.
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Potete scrivermi dalla pagina “contattami” per qualsiasi informazione o per l’utilizzo delle immagini o per averne a maggior risoluzione.
Citazione leopardiana. Devo dire che tutte le volte in cui mi trovo nella situazione in cui c’è qualcosa che nasconde, fa intravedere spazi più ampi, mi viene in mente questo canto di Leopardi. E sorrido. E la mente vaga.
E in quest’epoca di colori sparati, immagini ipernitide, spesso rese ipernitide ad arte, mi diletto a esprimere una malinconia, di cosa non si sa, con un pallido tramonto e una luce piatta su un soggetto che già di suo è malinconico.
Continua il viaggio, lasciandosi San Sebastian alle spalle, passato Bilbao, ci fermiamo a Castro, piccolo centro sull’oceano meritevole di una visita anche breve.
In visita al Cristo di San Sebastian, in cima al monte Urgull, nonostante la vicinanza al mare il clima evidentemente permette la formazione di licheni. Il contrasto cromatico è molto bello nonostante la luce piatta data dalla vegetazione fitta.
Sì perché non si può non usare i nomi baschi nelle terre basche. Come non potevo non scattare questa foto.
La padrona tiene in braccio il cane come per proteggerlo guardando incuriosita in spiaggia un tizio che scriveva cose incomprensibili sulla sabbia lasciata libera dalla bassa marea.
Non sono tipo che si fa intenerire facilmente ma diciamo che questa scena mi ha trasmesso un qualcosa che ci si avvicina.
Potevo sperare che fosse anche a centro fotogramma? Sono anni che do la caccia ai fulimini e mi trovo sempre robette in pieno giorno, con tantissima luce, ecc…
Qui c’era anche l’arcobaleno. Doppio.
Sebbene in città l’inverno non si sia quasi sentito, qua e là ha fatto sentire più che altre volte la sua presenza.
Queste fotografie sono state scattare a Santa Maria Maggiore, in Val Vigezzo il primo dell’anno.
Camminando a fondo valle domandandosi se sarebbero durate di più le batterie della reflex con -8°C oppure le mie dita, per immortalare un paesaggio spettacolare, insolito anche per posti di montagna dove nevica tutti gli anni.
I rami spogli degli alberi che di solito si stagliano con gran contrasto contro il cielo chiaro, sono quasi resi invisibili dal ghiaccio che li ricopre quasi completamente.
Non è neve depositata, bensì ghiaccio che li ha ricoperti poco alla volta causato dal depositarsi dell’umidità atmosferica a temperature molto sotto lo zero.
Il ghiaccio ricopre qualsiasi superficie, inclusi i cavi di un viadotto elettrico.
Le cancellate. E’ affascinante vedere quanto sia ordinata la struttura cristallina del ghiaccio che si forma in cristalli per via dell’umidità atmosferica.
I colori del tramonto si riflettono sul ghiaccio che ricopre tutto.
Tutto bianco, tutto candido e tutto gelato.
La piscina all’aperto chiusa per la stagione fredda. Ho idea che comunque prima del disgelo sia difficile aprire.
Nonostante il tanto freddo, camminare sulla neve ha sempre il suo fascino.