San Maurizio - abside e navata principale

San Maurizio al monastero maggiore

San Maurizio al monastero maggiore

San Maurizio al monastero maggiore, edificio milanese che mi è sempre sfuggito in più di 10 anni di vita milanese. Il 30 gennaio 2016 arriva il momento di colmare questa lacuna, deciso e prenotato da tempo si raggiunge questa chiesa in via Magenta. Subito l’impatto iniziale è difficile per me da spiegare, mi dannola radiolina con l’auricolare, ma questo mi intralcia, come faccio a fare correttamente le foto, seppur con assetto leggero? (1 solo corpo macchina e due obiettivi)

 

San Maurizio - abside e navata principale
San Maurizio – abside e navata principale

Difficile spiegare la sensazione, non si sa dove guardare una volta entrati in San Maurizio al monastero maggiore. Per un momento mi sono fatto prendere dall’ansia di fotografare al posto prima di osservare tutto il complesso. Infatti i primi scatti iniziali li ho dovuti cestinare in toto.

Non mi dilungherò in spiegazioni perché la spiegazione su wikipedia e su milanotour sono esaustive per comprendere il perché il vsitatore si trova dinnanzi a una complessità architettonica tale.

San Maurizio - volta dalla parte dei fedeli
San Maurizio – volta dalla parte dei fedeli

Ciò che stupisce maggiormente è il soffitto riccamente dipinto con motivi astratti tesi a simulare l’intarsio in un legno che in realtà non costituisce la volta. L’artifizio è particolarmente interessante e di grande resa scenica anche perché il disegno cambia in continuazione tutte le volte che si presenta in un quadrante diverso della volta.

San Maurizio - dettagli della volta
San Maurizio – dettagli della volta

Fotografare all’interno di questa chiesa è difficile. L’impianto di illuminazione non crea alcun problema all’osservazione ad occhio nudo ma è poco uniforme e quindi questo crea qualche problema sul sensore che ha un risposta alla quantità di luce molto più netta rispetto all’occhio umano. Il nostro cervello poi corregge automaticamente queste piccole differenze e nemmeno ci si accorge se non si presta particolare attenzione a questi dettagli.

San Maurizio - dettagli
San Maurizio – dettagli

La visita guidata di San Maurizio al monastero maggiore dura circa un’ora e ci sono diverse organizzazioni che permettono la visita con una guida ed è senza dubbio una cosa raccomandabile in quanto con la guida si vedono dettagli che altrimenti sfuggirebbero.

San Maurizio - dettagli
San Maurizio – dettagli

La parte della visita che stupisce di più il visitatore però è la parte che era adibita alle monache di claustura, numerose in quanto era uno dei più grandi monasteri in città, ed ecco perché “al monastero maggiore”

A pensare che tutto questo è stato edificato nel 1500 ed è ancora così ben conservato ai giorni odierni (salvo qualche restauro sbarazzino), viene da dire che la qualità delle maestranze che hanno partecipato alla costruzione è assolutamente di prim’ordine.

San Maurizio - ingresso al monastero maggiore
San Maurizio – ingresso al monastero maggiore

L’impatto visivo che si ha entrando nella parte posteriore, la cui presenza si intuisce in quanto dalla grata che separa il monastero dall’altare di San Maurizio, è di meraviglia. Sinceramente, le decorazioni non lasciano liberi spazi, l’organo sembra incastonato nella parete, con anche le ante per coprire le canne dipinte da ambo i lati per non lasciare la struttura non adorna né con l’organo aperto, né con lo stesso chiuso.

San Maurizio - volta del monastero
San Maurizio – volta del monastero

Nell’impatto visivo non passa inosservata la volta che senza soluzione di continuità continua dall’assemblea al monastero di San Maurizio, stupisce tantissimo il fatto che le decorazioni più belle fossero nella parte che nessuno avrebbe mai visto oltre le monache.

San Maurizio - decorazioni sulle colonne
San Maurizio – decorazioni sulle colonne

Anche dove si sarebbe potuto lasciare magari con decorazioni astratte o geometriche, le colonnine che separano le cappelle laterali, sono decorate con dipinti appositamente con colorazioni tenui, quasi monocrome che non hanno mancato di stuzzicare la mia voglia di sfruttare la profondità di campo millimetrica del 50mm f/1,4 con uno scatto dal basso.

San Maurizio - retro dell'altare
San Maurizio – retro dell’altare

La parte che ha suscitato il mio scatto compulsivo alla ricerca di una geometria e simmetria che purtroppo non sono perfette, è stata la parte dietro all’altare, la parte che le monache vedevano durante le celebrazioni religiose. Si nota infatti la grata dalla quale si vede l’ostensorio nel quale è presente un crocefisso e in altri momenti sicuramente avrà ospitato un ostensorio con il Santissimo Sacramento. In origine la grata era più grande ma Carlo Borromeo la fece restringere in quanto non proprio consona, secondo lui, al regime di clausura.

San Maurizio - apertura per la comunione
San Maurizio – apertura per la comunione

Accanto alla grata erano presenti due piccole aperture per permettere il passaggio delle particole consacrate per permettere alle monache di partecipare all’eucarestia senza che il sacerdote dovesse abbandonare l’assemblea per recarsi nella parte retrostante.

San Maurizio - grata di separazione
San Maurizio – grata di separazione

Oggi è impensabile una struttura come questa dedicata alla clausura, ma in un tempo in cui le figlie delle famiglie potenti venivano introdotte alla vita monastica per diventare badesse o comunque guadagnare i ranghi della vita religiosa (come i vescovi per i non primogeniti) era naturale che venissero investiti dei fondi consistenti per la decorazione di una struttura come San Maurizio al monastero maggiore per permettere comunque una vita non proprio così spartana a chi veniva introdotto per decisione familiare alla vita monastica.

San Maurizio - organo
San Maurizio – organo

L’organo si integra perfettamente nell’ambiente e non poteva che essere riccamente decorato.

 

 

San Maurizio - dettaglio della volta dietro all'altare
San Maurizio – dettaglio della volta dietro all’altare

Insomma, visitare San Maurizio al monastero maggiore è un’esperienza con il naso all’insù. Assolutamente da vedere.

San Maurizio - ingresso al refettorio
San Maurizio – ingresso al refettorio

Anche la parte che dava accesso al refettorio, altra parte della vita monastica in cui la morigerazione e la sbrietà dovrebbero avere la meglio su tutto, è riccamente decorato con una raffigurazione dell’ultima cea in stile che ricorda un po’ Leonardo.

San Maurizio - vista generale della parte monastica
San Maurizio – vista generale della parte monastica

Gli spazi sono molto ampi ma per via delle decorazioni bellissime e onnipresenti sono riuscito a non sapere come inquadrare acune scene con un 20mm su una reflex fullframe. Più inquadravo più volevo inquadrare. L’ultima immagine è stata lasciata volontariamente inclinata perché altrimenti avrei dovuto tagliarla e si sarebbe ristretta troppo. Sicuramente tornerò e starò più attento perché la decorazione così ricca trae in inganno per l’orientamento della macchina fotografica, quindi è facilissimo stortare lo strumento senza accorgersene.

Angolo Manicure

Albergo Diurno Venezia

Una visita al mitico Albergo Diurno Venezia

Da sempre avevo un ricordo dell’esistenza del suo omologo che era dalle parti del duomo di cui avevo intravisto la scalinata e che per qualche motivo mi ero tenuto dall’entrarci, anche solo per sbirciare un po’… Bene, ieri ho scoperto che è chiuso e demolito dal 2003, quindi ho dovuto recuperare vedendo l’albergo diurno venezia.

Albergo Diurno Venezia
Albergo Diurno Venezia

L’occasione di visita all’albergo albergo diurno venezia era più che unica, in quanto appena restaurato (mi aspettavo qualcosa di meglio ma magari era in condizioni di quasi totale distruzione) e nonostante la mia pigrizia enorme, coadiuvata dall’infinita pazienza di mia moglie, quando sono determinato mi faccio piacere anche una fila interminabile.

Atrio dell'albergo diurno venezia
Atrio dell’albergo diurno venezia

Appena entrati all’albergo diurno venezia si viene subito colpiti da una bellezza ormai appassita che ha accompagnato questa struttura per tanti anni. Il tempo ce la consegna ancora carica di dettagli da scoprire, insieme all’azione impietosa del tempo su alcune sue parti. Purtroppo entra acqua dai lucernari anche se i pavimenti non sembrano soffrirne molto.

Biglietteria
Biglietteria

La suddivisione degli spazi evidenzia rimaneggiamenti successivi in quanto il bancone della biglietteria è sicuramente successivo al 1926, data di apertura dell’albergo diurno venezia. La cosa buffa è vedere quanto può aggiungere decadenza una biglietteria abbandonata a un posto chiuso da così tanto tempo e già così pregno di abbandono e decadenza.

1925 o 1926?
1925 o 1926?

Con l’intensificarsi dei viaggi in treno, coi treni ancora a carbone, e con Milano già centro di commerci e affari, gli uomini e le donne in viaggio potevano avere bisogno di un posto dove pulirsi i vestiti, farsi una doccia, un bagno, farsi un taglio di capelli o una manicure… Questo posto fu costruito per rispondere a un’esigenza nuova e divenne l’albergo diurno venezia.

La costruzione dell’albergo diurno venezia ha coinvolto diverse maestranze tutte orgogliose di aver partecipato, quindi hanno lasciato la propria firma un po’ ovunque, ma con discrezione.

Firma di una maestranza
Firma di una maestranza

Al fondo della visita, mi sono incontrato con un angolo di abbandono che ha un nonsoché di pittoresco, con il fascino di un’antico fasto che si è spento, portato lì chissà da chi e per quale motivo. Una sedia da barbiere a tenere aperta una porta nel punto più lontano dalla bottega del barbiere, per di più di uno stile completamente diverso di quelle presenti a inizio visita.

L'abbandono
L’abbandono

In sostanza sono contento della mia visita all’albergo diurno venezia, forse perché mi ha fatto percepire in un modo molto simpatico un mondo le cui normalità ora ci sembrano stranezze in quanto sono cambiati i bisogni e quindi i comportamenti delle persone. Ora è impensabile di essere obbligati farsi una doccia a destinazione prima di un appuntamento, si arriva comodamente in poco tempo ovunque e al limite, per viaggi proprio lunghi, si arriva la sera prima e si usa un hotel normale.

Alla fine volevo portare all’attenzione anche il punto di vista di un’altra fotografa amatoriale con cui ho avuto il piacere di visitare il posto.

Banca Mutua e galleria Liberty

Anghiari, semplicemente incantevole.

Anghiari è una città adagiata su una forte pendenza, ricca di storia e cultura. Non mi soffermerò né sulla battaglia né su notizie storiche e architettoniche ma semplicemente cercherò di riassumere in pochi scatti ciò che della città mi ha colpito.

La discesa di Anghiari
La discesa di Anghiari

Si può arrivare da Anghiari da più direzioni ma ritengo che arrivarci dall’alto (e non perché provengo sempre dalla strada di Catenaia) sia ancor più suggestivo in quanto dalla piana si perderebbe un gioco prospettico che mi piace molto. Dalla cima della discesa al fondo della piana la strada è dritta come un fuso. Questo crea nell’osservatore un senso di stupore e appaga certamente la vista.

Se non siete molto abili alla guida sconsiglio vivamente di percorrere la strada, solo in discesa, ma usare la circonvallazione meno ripida.

La discesa di Anghiari
La discesa di Anghiari

Le foto qui presenti mostrano Anghiari in un momento di stop al traffico. Come si può intuire dall’immagine la strada è molto trafficata. Solitamente si può parcheggiare al bordo strada e quindi è difficile poter passeggiarci liberamente per fare queste foto se non in occasione di feste con mercato come in questo caso per il 25 aprile.

Santa Maria Maddalena
Santa Maria Maddalena

La chiesetta di Santa Maria Maddalena di Anghiari è per me uno di quegli appuntamenti fissi, il link precedente porta a un’altra mia foto, in periodo invernale, con pochissima luce e contiene indicazioni sulla chiesetta. La prima volta che ci sono entrato è stato quasi per caso e non sospettavo che ci fosse una chiesetta così raccolta e antica entrando da quella porta seminascosta lungo le case sulla discesa.

Banca Mutua e galleria Liberty
Banca Mutua e galleria Liberty

Un altro punto fisso delle mie visite ad Anghiari è questo scorcio, ritengo che l’insegna che recita “Banca Mutua Popolare Aretina” sia una piccola opera d’arte anche con la lampada e il suo sostegno ad angolo. Più in là la galleria nel magnifico stile Liberty che sicuramente merita un’occhiata. Purtroppo normalmente è passaggio abituale del traffico automobilistico quindi non è facile perdersi in osservazioni approfondite. Da questo punto, dove c’è una piazza con un bronzo di Garibaldi che guarda Roma, si può accedere al cuore della vecchia Anghiari.

Le vie di Anghiari
Le vie di Anghiari

Passeggiando per Anghiari, tra tutti i saliscendi, non si può che guardarsi in giro, passeggiare con il naso all’insù e godersi lo stile tipico di questa città che conserva il suo antico splendore.

Dopo un po’ di gironzolare per Anghiari, trovo una parata in costume, con tanto di musici e dipendente comunale in giacca del vestito e pantaloni catarifrangenti che gira attorno ai musici scandendo il tempo come fosse il direttore d’orchestra con le dita. Più tardi lo trovo con un panino con la porchetta più grande di lui. Favoloso.

La parata del 25 aprile
La parata del 25 aprile

Rimangono scorci di cui non ho pubblicato foto che forse sono ancora più graziosi di quanto finora presentato. Anghiari merita sicuramente una visita.

Santuario della B.V. della Misericordia di Castelleone

Una gita a… Cremona.

Cremona è la città del torrone e dei luitai, abbastanza vicina a Milano per poterci andare in mattinata a fare un giro.

Finalmente in possesso di una DSLR Full Frame, piove, due giorni brutti e poi, sabato mattina, sembra che tutto regga, quindi decidiamo di prendere ed andare in un posto nuovo. La scelta cade su Cremona.

Santuario della B.V. della Misericordia di Castelleone
Santuario della B.V. della Misericordia di Castelleone

Procedendo sulla statale che da Paullo va vero Cremona, si vede una chiesa molto interessante stilisticamente e decido di fermarci a fare qualche foto. Ci troviamo già in provincia di Cremona, a Castelleone e la chiesa merita molto ma ho preferito usarla come sfondo.

Dente di leone
Dente di leone

La tentazione di tornare bambini è forte e giochiamo con un dente di leone…

Raggiunta Cremona arriviamo in pieno mercato che è proprio in centro di fronte alla cattedrale.

Cattedrale di Cremona
Cattedrale di Cremona

La cattedrale di Cremona con la torre campanaria e l’orologio astronomico. Si intravede il battistero. La facciata ricoperta di marmo è graziosa e molto elegante e gli interni sono meritevoli di una visita approfondita.

Interno della cattedrale di CremonaInterno della cattedrale di Cremona
Interno della cattedrale di Cremona

Il sole filtra dalle finestre superiori di uno dei transetti della cattedrale di Cremona. Molto belli gli affreschi e la cattedrale con pianta a croce greca.

Estro creativo
Estro creativo

Concludo con un estro creativo di prospettiva enfatizzata dalla focale corta e dal pieno formato.

Tutte le foto in questo post sono state realizzate con un 20mm e una reflex full frame. La possibilità di usare un formato maggiore permette di contenere le deformazioni delle lenti a parità di area inquadrata. Sì perché le reflex digitali, normalmente, hanno il sensore in formato APS-C che ha un fattore di correzione di 1,6 rispetto al formato 35mm (quello che era della pellicola). Questo permette sì di risparmiare sugli obiettivi (le lenti a formato più piccolo costano di meno) e permette sì di risparmiare sul sensore (più è piccolo il sensore e meno costa) ma al contempo costringe a ridurre le focali esasperando le prospettive delle foto. Ora che ho comprato una reflex full frame, sono contento di essere tornato a un pieno formato e alle solite focali dove il 50mm è il “normale” e non un “medio tele”

fuoco nel forno a legna

Giocando con il fuoco

Cosa c’è di più bello di un fuoco allegro in un caminetto nel periodo in cui il freddo dell’inverno cede lentamente il posto al tepore della primavera?

Il fuoco….I latini lo chiamavano “focus” che indicava il focolare,  termine che sostituì, in ambito popolare, la parola” ignis”che indicava puramente il fuoco stesso.

fuoco nel camino
Un fuoco allegro in un caminetto

Il fuoco, questo misterioso ed affascinante elemento  naturale, può essere bello e dare conforto ma può anche essere spaventoso. Non si gioca con il fuoco, ci si può bruciare, ma è indubbio che sia uno degli elementi che abbiano contribuito all’evoluzione dell’uomo da quando l’uomo primitivo ha imparato a dominarlo.

Fuoco nel forno a legna
Il momento dell’accensione

Sin dalla notte dei tempi  il fuoco ci scalda, allontana gli animali,  permette di cucinare il cibo, rendendolo più digeribile. E’ un elemento chiave che ha cambiato significativamente la nostra esistenza e, se dominato in maniera corretta,  è uno spettacolo da guardare.

fuoco nel forno a legna
Vampata nel forno

Osservare il fuoco in un forno a legna è particolarmente intenso in quanto con la temperatura le fiamme sono più vivaci che nel camino e lo spazio chiuso e contenuto le fa muovere più vivacemente.

fuoco nel forno a legna
Vampata

E pensare che il fuoco non è materiale ma solo l’effetto di una reazione chimica, la combustione. Quindi è solo un effetto di una trasformazione per cui si ha un decremento di massa con la liberazione di energia. Le fiamme sono semplicemente la manifestazione dell’energia prodotta dalla reazione chimica.

Fuoco nel forno a legna
Il fuoco esce dalla bocca del forno

Quando viene lasciato libero può diventare distruttivo, gonfiarsi, ma finché non trova altro combustibile tende a contenersi da solo.

Fuoco nel forno a legna
La legna inizia a finire

Arriva a consumare tutto ciò che aveva da bruciare, si ritira spontaneamente, fino a scomparire piano piano e a diventare nulla, lasciando la brace, sua forma latente.

Insomma. Ho giocato con il fuoco, solo tramite la macchina fotografica, in situazioni controllate e con rispetto del mezzo.

Il fuoco diffonde parecchio calore anche per irraggiamento, pertanto può portare le lenti degli obiettivi a temperature che potrebbero essere pericolose per lo strumento fotografico.

Grazie a queste immagini ho cercato di catturarne la bellezza, l’essenza anche  se, come tutti i fenomeni naturali, è praticamente impossibile riprodurne la vera ed autentica magnificenza.

Santa Maria Maddalena Anghiari

Santa Maria Maddalena – Anghiari

Tutte le volte che passo da Anghiari, sento il desiderio di entrare in questa chiesa piccola che non è la più bella ma la trovo sempre vuota, nonostante il punto di gran passaggio.
Si tratta della chiesa di Santa Maria Maddalena.
All’esterno passa abbastanza inosservata, se non fosse per la croce di ferro che rimane sopra l’architrave in pietra della porta e la porta sempre spalancata.

Sul far della sera, ai primi di novembre, nessuna luce interna se non quella delle candele. Non voglio illuminare nulla, volevo solo trasmettere la sensazione di serenità che mi ha colto in questa situazione.

L’alone attorno alle candele (che detesto quando viene aggiunto posticcio) è dovuto all’obiettivo (50mm f/1.4) usato a piena apertura per raggiungere 1/60 per scattare a mano libera senza muovere la foto.

Santa Maria Maddalena Anghiari
La chiesa di Santa Maria Maddalena ad Anghiari.